Discorso del Leader Muammar Al-Gheddafi all’Incontro Ministeriale di Unione Africana e Unione Europea su Migrazioni e Sviluppo
Muammar Al Gheddafi parla italiano
Muammar Al Gaddafi speaks Italian
Discorso del Leader Muammar Al-Gheddafi all’Incontro Ministeriale di Unione Africana e Unione Europea su Migrazioni e Sviluppo
22.11.2006
Discorso del Leader Muammar
Al-Gheddafi all’Incontro Ministeriale di Unione Africana e Unione
Europea su Migrazioni e Sviluppo 22.11.2006 Nel Nome di Dio.
Benvenuti in Libia. Porgo i miei saluti a questa riunine
dell’Unione Europea (UE) e dell’Unione Africana (UA). Visto che
l’argomento della nostra riunione è migrazione e sviluppo, questo
ritrovarsi di continenti testimonia il senso di responsabilità dei
governi e degli altri attori verso i cittadini delle nostre due
unioni.
In
aggiunta ad esprimere il senso di responsabilità delle due Unioni
verso i cittadini, ciò riflette anche la consapevolezza di una
crescita del fenomeno che si è imposta di recente in maniera da far
riflettere tutti gli interessati sulla maniera migliore di
affrontarlo.
Non
voglio parlare a lungo e nemmeno ripetere ciò che avete detto oggi
o quanto è stato detto in altra sede sul fenomeno in questione. Su
di esso è stata fatta luce ed è stato esaminato fino in fondo.
Voglio invece soffermarmi su alcuni principi costanti umani e
naturali e affrontare la natura della vita della
gente.
Agire
contro natura è nuotare contro corrente. Nuotare contro corrente è
la maniera migliore di fallire. Molti dei problemi importanti del
mondo d’oggi sono un nuotare contro corrente Perciò c’è un vizio in
molti dei problemi politici, economici, sociali e riguardanti la
sicurezza nel mondo. Il fallimento deriva dall’ignorare le regole
della natura.
È nella
natura delle cose che la Terra appartenga agli esseri umani. Dio
creò la Terra per tutti. Egli ci istruì su come muovercisi. Noi
abbiamo un libro Rivelato dal Cielo chiamato Corano (che vi si
creda o no è un’altra storia); in esso, Dio ci ordina di migrare in
varie parti della Terra. Ci dice di andare dovunque vogliamo in
essa. È un riconoscimento che la Terra appartiene a tutti i popoli
e che hanno il diritto di muoversi in essa per guadagnarsi da
vivere. Per tutte queste ragioni, ognuno ha il diritto di migrare
in diverse parti della Terra: perché Dio la creò per
tutti.
Qui è
necessaria una pausa. Dobbiamo credere che la Terra appartenga a
tutti noi. I popoli hanno il diritto di migrare e di vivere in
qualsiasi parte della Terra. I confini politici, i trattati
ufficiali e via di seguito sono invenzioni trovate da poco. La
natura non li riconosce comunque.
Avete
visto come alcune di queste nuove invenzioni hanno causato
problemi, dispute di confine e guerre tra stati. A volte, centinaia
o anche migliaia di persone vengono uccise una guerra per pochi
centimetri di terra. Il problema che considerate ora e che sta
dando tanta apprensione è come affrontare col movimento di popoli e
con le migrazioni sulla Terra. Il problema è il risultato dei
confini da noi creati, dell’identità costruita per ogni gruppo
umano e dei documenti ufficiali che debbono portarsi appresso.
Abbiamo creato tutte queste cose innaturali e
artificiali.
È
naturale per i popoli muoversi, vivere e trovare da vivere
dappertutto sulla Terra. Chi sono gli abitanti attuali dell’Europa?
Sono immigrati dall’Asia. L’Europa era disabitata. Se
l’immigrazione fosse stata proibita, l’Europa sarebbe disabitata
ancora oggi. Chi sono gli abitanti del Nord e del Sud America? Sono
immigrati dagli altri continenti: in Nord America vengono
dall’Europa; in Sud America vennero dalla Penisola Iberica,
dall’Africa e da altre part del mondo. Ecco un altro
fatto.
Anche noi
in Nord Africa siamo immigrati. Venimmo dalla Penisola Araba 1000
anni fa. Alcuni di noi vennero 5000 anni fa. I cosiddetti berberi
sono arabi enigrati dalla Penisola Araba 5000 anni fa. Gli arabi,
che vennero con l’Islam, sono stati qui per più di 1000 anni.
Questi flussi migratori crearono i popoli che attualmente abitano
il Nord Africa.
Ora si
parla parecchio a livello mondiale delle popolazioni indigene, dei
loro diritti, della loro tragica storia e dei loro
stermini.
Cosa
significa ciò? Significa che gli immigrati giunsero in un luogo
preciso e diventarono così dominanti in esso che oggi c’è un
appello internazionale alla protezione dei loro diritti. Quando si
parla di “popoli indigeni” si intende che gli emigranti vennero e
si stabilirono in un certo luogo—sia esso l’Australia, le Americhe,
l’Africa o parti dell’Asia. Gli abitanti attuali dell’Australia
sono indigeni?
Niente
affatto. Sono immigranti. Dove sono i popoli indigeni
dell’Austraia? Ce ne sono rimasti pochi. Il resto venne oppresso e
sterminato. Chi sono le popolazioni indigene dell’America? Sono i
cosiddetti Indiani Pellirossa. Dove sono ora? Sono stati uccisi e
sterminati.
Se
vogliamo bandire la migrazione, bisogna che bandiamo anche la
presenza umana in tutti i continenti. Si permetta a tutti di
ritornare da dove sono venuti. Si lasci che gli abitanti
dell’America ritornino in Europa.
Si lasci
che gli europei ritornino in Asia. Gli arabi del Nord Africa
dovrebbero ritornare alla Penisola Araba. Gli abitanti
dell’Australia dovrebbero tornare in Gran Bretagna, in Olanda o da
qualsiasi altre paese di provenienza. I boeri in Sudafrica, ormai
parte integrante della popolazione, debbono ritornare in
Olanda.
Sono i
fatti; anche se nelle loro riunioni ministri ed esperti non li
affrontano. Questi fatti irrefutabili e perturbanti vengono
ignorati. Ci concentriamo sui rami e sulle foglie dell’albero senza
prestare attenzione alle radici. È un tentativo destinato a
fallire.
Milioni
di neri vennero trasferiti dall’Africa all’Europa e all’America.
Perché ora li si ferma? Ecco: due pesi e due misure. Quando c’era
bisogno dei neri per usarli come bestie da soma, nessuno diceva che
dovessero essere rispettati e lasciati vivere nel loro
continente.
Al
contrario, si pretendeva che la loro trasferta fosse legittima.
Erano spediti come merci attraverso l’oceano. Chi non era
fisicamente adatto veniva buttato in mare a nutrire i pesci. Nord
America ed Europa debbono il loro sviluppo al lavoro dei
neri.
Era una
migrazione forzata. Quando il movimento di popolazione da un posto
a un altro andava a beneficio di una certa parte, la migrazione era
imposta. Si cacciava la gente come fossero animali nelle giungle
dell’Africa. Ora proprio a questa gente, i neri d’Africa, si dice
che il loro uscire ed emigrare dall’Africa mette in allarme e
bisogna farlo cessare.
Quelle
povere anime chiedono: “Quando ne avevate bisogno, avete spiantato
i nostri avi e detto che la migrazione era necessaria. Perché è
diverso adesso?” È proprio vero che quello che ho appena detto è in
qualche modo presente nella mente di tanti, analfabeti
inclusi.
Tali
pensieri spingono all’emigrazione. Nel loro dialogo interno si
domandano: “Se hanno spiantato i miei avi, perché si mettono a
sbarrarmi la strada? “ La migrazione era il motore di sviluppo del
mondo. Certe razze sono emigrate in altri posti.
Gli
indigeni vennero assimilati. Gli emigranti lavorarono per lo
sviluppo dell’Australia, delle isole del Pacifico e dell’Atlantico.
Si stabilirono ed effettuarono lo sviluppo di tutti i continenti
del mondo. Questo dice tra sé e sé il povero africano analfabeta.
Perché mi fermano adesso? La risposta alla domanda è ciò che lo
costringe a salire a bordo dei ‘barconi della morte’ di cui avete
parlato.
“L’ultima
epoca di schiavitù fu quella in cui i neri vennero fatti schiavi
dai bianchi. La memoria di quell’epoca rimane viva in mente ai neri
fino a quando si sentano riabilitati e restituiti alla loro
dignità. Questo evento tragico, la consapevolezza dolorosa di esso
e la ricerca psicologica di risarcimento che risulta dalla
riabilitazione di una razza intera sono le ragioni del movimento di
rivendicazione del potere della razza nera. Queste ragioni non
possono venire ignorate”. Questo è parte di ciò che il “Libro
Verde” dice a proposito della Razza Nera. Per farvi risparmiare
tempo, rimando chi avesse ulteriore interesse al capitolo terzo del
Libro Verde.
La terra
appartiene a tutti gli esseri umani. Le migrazioni ebbero luogo in
passato. Vi seguì la schiavitù. Non ci fu obiezione allo spiantare
popoli dai loro paesi per impiegarli come schiavi. Dopo di ciò
iniziò l’era del colonialismo. Tutti questi elementi si intrecciano
nel cuore e nella mente del popolo africano migrante di oggi. E
tutti si armano contro tale migrazione.
Il
colonialismo diede agli africani e agli altri popoli colonizzati
l’impressone che la terra appartenesse a tutti e che nessuna parte
di essa fosse proprietà esclusiva di un gruppo e proibita ad altri.
I popoli del cuore dell’Africa videro i belgi entrare e stabilirsi
nelle loro terre e prendere possesso di parte di esse; videro il
Congo intero diventare proprietà personale di
Leopoldo.
Videro
gli stranieri stabilirsi nello Zimbabwe e nel Malawi e chiamarli
Rhodesia del Nord e del Sud. La Libia era considerata Quarta Costa
di Roma e ciò diede ai libici l’impressione che Italia e Libia
fossero uno stato solo. Se la Libia è la Quarta Costa di Roma,
perché allora si proibisce a un libico di andare in Italia? Quando
era necessario rendere la Libia la “quarta costa” vi si mosse
guerra. Ora si dice: “No, tu sei un immigrato illegale, non sei ben
accetto qui, sei libico e straniero”. Non avevate detto che la
Libia era la vostra “quarta costa”? Era accettabile perché serviva
ai vostri interessi e ora che serve ai miei non lo è
più?
Solo di
recente la Francia ha ammesso che l’Algeria era parte integrante
del suolo francese. La Francia ha governato l’Algeria per 130 anni;
l’ha annessa nel 1930 e l’ha dichiarata parte invisibile del suo
territorio. Il fatto convinse gli algerini che loro e la Francia
erano parti di uno stesso intero.
Quando
vanno in Francia, vanno quindi nel loro paese. Come si può dire
oggi agli algerini che sono immigranti? Come può essere? Ci avete
detto che l’Algeria era parte della Francia. Quando abbiamo messo
in discussione tale assunto, ci avete combattuto. Un milione e
mezzo di algerini pagarono con la loro vita per mettere in
discussione quell’assunto. Allo stesso tempo la Francia e l’Europa
continuarono a insistere che l’Algeria era parte integrante della
Francia. Convinsero gli algerini che erano francesi ed europei. E
allora perché non potevano andare in Francia?
Il
Marocco è uno stato indipendente. È membro della Lega Araba,
dell’ONU e de’l'Organizzazione della Conferenza Islamica.
Geograficamente, Ceuta e Melilla sono in Marocco; però sono parte
della Spagna. Come si potrebbe mai convincere un marocchino che
Spagna e Marocco sono la stessa cosa? Come si potrebbe dire ai
marocchini che sono stranieri e immigranti in Spagna? Dovrebbero
poter andare a Madrid come vanno a Rabat.
Durante
l’era coloniale, ai popoli dell’Africa si faceva credere che Europa
e Africa fossero un tutt’uno integrato. Il Re del Belgio era
proprietario di tutto il Congo. In tale caso i congolesi, come
proprietà del Re del Belgio, avrebbero potuto andare liberamente
nella terra del loro Re e Proprietario. Potevano trasferirsi in
Belgio e viverci e lavorarci come se fossero in Congo. Lo stesso
valeva per gli algerini in Francia. Essendo il loro paese
considerato la Quarta Costa di Roma, i libici avevano il diritto di
andare a Roma. Ai cittadini di Zambia, Zimbabwe, Malawi e Rhodesia
si disse che i loro paesi appartenevano all’Inghilterra; quindi
potevano andare in Inghilterra come se si muovessero all’interno
del loro paese.
A un
certo punto, il Canale di Suez era britannico. Come si poteva
impedire a un cittadino egiziano di andare in Inghilterra se questa
era proprietaria di una parte di Egitto? Come non gli si può
permettere di lavorare o anche di risiedere in Gran Bretagna? Se il
Canale di Suez, parte integrante dell’Egitto, fosse proprietà della
Gran Bretagna, come si potrebbe negare agli egiziani il diritto di
vivere in Gran Bretagna? Cos’è più grave? Il riconoscimento della
proprietà da parte di una potenza straniera dell’intero canale che
si trova in territorio egiziano o la presenza di alcuni egiziani
che cercano lavoro in Gran Bretagna?
Ancora
oggi gli Alti Commissari della Corona Britannica sono in vari
continenti. L’India era il Gioiello della Corona. All’epoca, i
cittadini indiani potevano andare in Gran Bretagna a milioni, visto
che erano soggetti alla Corona. Come si può dir loro che siano
immigranti stranieri?
Alla
Prima e alla Seconda Guerra Mondiale diedero inizio i paesi
europei. Decine di milioni di uomini vennero uccisi in esser.
L’Europa aveva bisogno di manodopera e quindi si caldeggiò
l’immigrazione dall’Africa e dall’Asia per rimediare alla carenza.
È un fatto molto importante perché diede agli africani e agli
asiatici il senso che, in tempi di bisogno, potevano andare in
Europa.
Quando
l’Europa ebbe bisogno di loro, vennero trasferiti. Quando c’era
bisogno di loro come schiavi, soldati o manodopera a basso prezzo,
vennero trasferiti. Quando l’Europa ebbe bisogno di colonie, entrò
nei loro paesi.
Sarebbe
ignorante e superficiale da parte nostra ignorare questi accumuli
storici e psicologici. Oltre a ciò, l’era coloniale si risolse nel
saccheggio delle ricchezze africane. Le miniere d’oro vennero
esaurite e lasciate come crateri aperti nella terra. Diamanti,
rame, minerali ferrosi, cobalto, manganese e fosfati vennero
trasferiti nelle vecchie potenze coloniali.
Dopo aver
conseguito la cosiddetta indipendenza, i popoli delle ex-colonie
vollero ricostruire i loro paesi. Scoprirono che delle ricchezze
era stata fatta razzia e sentirono di dover inseguire le ricchezze
perdute. Uno scrittore francese di cui ora non ricordo il nome
disse: “O la ricchezza va al popolo o il popolo andrà dove la
ricchezza si trova”.
L’assunto
è vero. Le ricchezze vennero trasferite dall’Africa all’Europa. Gli
africani inseguono le ricchezze della loro terra; non possono
rinnovarle. Quindi emigrano come manodopera nelle fabbriche
costruite con le ricchezze del loro continetne. Avvertono che la
rete viaria, il sistema irriguo e le ferrovie che attraversano
l’Europa e l’America sono il frutto del lavoro dei loro avi. Si
sentono quindi in diritto a una parte di quella
ricchezza.
Si
possono restituire le materie prime all’Africa? Se ciò fosse il
caso, bene. Questa è la prima decisione da prendere. Gli africani
andarono in Europa a cercare una parte della loro ricchezza
saccheggiata. Se fosse restituita loro, la migrazione si fermerebbe
e loro tornerebbero al loro continente per trovare l’oro, i
diamanti, il carbone e gli altri materiali loro restituiti. Ciò
concorrerebbe alla fine delle migrazioni.
I
prodotti agricoli dell’Africa come il mango, l’ananas, il cacao, il
caffè e la papaya diventano shampoo e lozioni per il corpo in
Europa quando ne hanno invece bisogno gli africani. Invece di
lavarsi con l’ananas, che gli europei lo restituiscano agli
africani, che ne hanno bisogno per mangiare. Oppure andiamo tutti
in Europa a lavarci con l’ananas.
Chi ha
trasformato un cibo nutriente in un cosmetico? Il settore privato,
che non cerca altro che il profitto a spese della miseria di
milioni di persone. Si sente parecchio in merito al bisogno di
incentivare il settore privato. Però era proprio quel settore a
rubare il cibo ai bambini affamati e a trasformarlo in prodotti
cosmetici per profitto mentre i bimbi morivano di fame. Di uova,
cacao, latte e tutte le varietà di frutta si fece
shampoo!
E ora
passiamo ad alcune misure in vigore che nei fatti favoriscono la
migrazione. Lo scopo della nostra riunione è di affrontare la
migrazione e di invertirne il corso. Però ci sono alcune misure
politiche e amministrative in atto che vanno contro tale proposito
e favoriscono la migrazione.
Prendiamo
il processo di Barcellona, di cui fanno parte il Nord Africa, il
Medio Oriente, l’Europa e il Mediterraneo. Quindi, come cittadino
sotto l’ombrello di Barcellona, ho diritto a muovermi per
l’Europa.
Il
Processo di Barcellona non ha forse invocato la cooperazione,
l’eliminazione della povertà, la libertà di movimento e di
lavoro?
Non ha
forse difeso l’aiuto reciproco e il vivere in pace gli uni con gli
altri? Non punta alla creazione di un solo parlamento e
all’armonizzazione legislativa e al raggiungimento di condizioni
simili tra le sue parti componenti? Come possiamo essere simili
quando tu sei ricco e io povero? Io debbo diventare ricco quanto
te. Poi, tu cittadino europeo devi permettere a me cittadino
africano di condividere la tua ricchezza.
Il
Processo di Barcellona ha caldeggiato questa linea di pensiero.
Come si può dare inizio al processo e poi decidere di mettersi
contro i suoi logici risultati? Questo incontro è contrario allo
spirito di Barcellona.
Lo
spirito di Barcellona sostiene l’integrazione, per permetterci di
trasferirci in Europa a milioni. Finite il Processo di Barcellona:
quando ciò succederà si potrà dire che Europa e Africa sono due
entità distinte separate dal mare. Sì, quando quel processo sarà
annullato mi convincerò che siamo due identità separate e non una.
Però, quando parlate di cooperazione Euro-Mediterranea, mi avete
incluso nell’Europa; avete fatto di me in Libia una parte
dell’Europa.
Sotto
l’egida di Barcellona ho il diritto di andare fino in Scandinavia.
Se ciò è inaccettabile, allora bisogna porre fine a questo processo
contraddittorio.
C’è
un’altra nozione: quella della Nuova Vicinanza presentata dalla UE,
interessante quanto il Processo di Barcellona. Se vogliamo
Barcellona, allora dobbiamo accettare i suoi risultati. Ma che non
sia come la schiavitù o il colonialismo, un bene se è di vantaggio
a te e un male se lo è a me.
Algeria,
Marocco, Tunisia, Egitto e Giordania sono diventati i “vicini”
dell’Europa per la nuova iniziativa. I vicini hanno diritti e
doveri reciproci. Quando hanno bisogno, si rivolgono ai vicini.
Qualcuno potrebbe dire: “Sono del Quartiere: vado dai miei vicini”.
Chi sono quei vicini? Sono gli europei che mi hanno accettato come
loro vicino. Avete detto che l’Algeria, il Marocco, la Tunisia,
l’Egitto e persino la Giordania nel Medio Oriente sono vostri
vicini? Allora quei popoli hanno il diritto di andare dai loro
vicini in Europa.
Uno dei
risultati di questi accordi (Barcellona, il Nuovo Vicinato e la
Cooperazione Euro-Mediterranea) è che gli africani che non fanno
parte del nuovo circolo ora entrano nei paesi confinanti per
entrare in Europa attraverso i suoi ‘vicini’. Uno viene da un paese
africano che non fa parte del Processo di Barcellona; entra in un
paese che invece ne fa parte e quindi va in Europa in virtù di
quegli accordi.
“Da dove
viene?” “Dall’Algeria”, rispose. “Perché viene in Europa?” La
risposta sarebbe: “Perché l’Algeria è parte del Processo di
Barcellona. Non comprende forse l’Europa e il Mediterraneo? Io
vengo dal Mediterraneo. Perché mi impedite di migrare Io sono qui a
vivere e a godere dei benefici di Barcellona e del Nuovo
Vicinato”.
C’è
un’altra cosa chiamata Società Mediterranea o qualcosa di simile.
Una società implica che come soci si divida tutto. Quando si parla
di società e tu sei ricco e io povero, vuol dire che io debbo poter
accedere alla tua ricchezza. Questa è la società. È questo il
significato di società proposto ai paesi nordafricani? Se sì, bene:
diventiamo soci e condividiamo tutto.
Questi
sono slogan attraenti. Nessuno potrebbe avere obiezioni. Però, il
fatto che siano pensati per secondi fini e basati su doppi standard
potrebe distruggere la cooperazione internazionale. Le loro
contraddizioni sono una minaccia grave alla politica
internazionale. Prima parlate di società e poi dite che non potete
dividere. Tornate da dove siete venuti. Non mi avete detto che ero
il vostro socio? Se siete seri sulle risoluzioni che volete
adottare, allora tutte quelle cose, la Società, il Vicinato e
Barcellona, vanno annullate. Bisogna ritornare ai
visti.
Tra le
cose che facilitano la migrazione c’è il Visto Schengen. Ora la
gente cerca di avvicinarsi al paese europeo più vicino; appena
arrivati, tirano un respiro di sollievo perché si apre a loro
l’intera Europa.
Sotto l’accordo
di Schengen non vengono richiesti visti tra paesi europei. Li avete
annullati e poi vi chiedete perché le migrazioni aumentano? Avete
lasciato la porta spalancata. Reistituite i visti. In passato
qualcuno che volesse andare in Germania si sarebbe chiesto: “Come
ci arrivo?” Ora non deve fare altro che arrivare per nave in
Francia e andare in Germania da lì.
Schengen
gli permette di farlo; quando saprà che non è più un accordo
valido, ci penserà due volte. Se ci sono confini e visti richiesti,
come riuscirà a passare dalla Francia alla Germania? Tali ostacoli
lo scoraggeranno dal lasciare il Ghana, il Mozambico o lo Zimbabwe.
Ora credono che andare in Europa sia facile.
Basta
solo arrivare al paese europeo più vicino, anche se solo a nuoto.
Una volta lì, uno ha il resto dell’Europa aperto di fronte a sé.
Per fermare l’immigrazione bisogna abolire il visto Schengen.
Altrimeni non ha senso chiedere perché i flussi migratori
aumentano. Anche la Libia deve reistituire il requisito del visto
per i paesi arabi e non-arabi. Qualsiasi arabo può entrare in Libia
senza un visto. La Libia è un paese arabo con una piccola
popolazione e senza povertà. È logico che tanti Arabi vogliano
andarci.
Però la
Libia non è la loro destinazione. Dalla Libia vanno in Europa. Le
statistiche dicono che l’80% degli emigranti dalla Libia sono
arabi. Il restante 20% viene dall’Africa. Si avvantaggia del
mancato requisito del visto per entrare in Libia. Lì trovano le
squadre e i contrabbandieri, le barche e gli agenti per andare in
Italia. Le indagini in sono in corso in Libia.
S’è
scoperto che alcuni funzionari qui prendono bustarelle e sono
coinvolti in operazioni di contrabbando. Hanno creato le loro mafie
e le loro bande assieme ai cittadini di Egitto, Algeria, Marocco e
altri paesi africani ed europei. Alcune turiste europee trovano un
marito libico o egiziano. Ecco un modo per i loro mariti per
entrare legalmente in Europa.
Ci sono
tanti modi di aggirare la legge. Sono sicuro che ne siete al
corrente. Alcuni distruggono il loro passaporto all’arrivo e
riversano su di voi il problema e il peso di occuparsi di
loro.
Ci sono
anche altri appelli ai diritti umani, al diritto d’asilo, ai
diritti dei popoli migranti, a combattere la discriminazione e il
razzismo. Sono slogan meravigliosamente umani. Sono addirittura
rivoluzionari. Sono tra gli elementi che incoraggiano la
migrazione.
Se volete
limitare la migrazione dovete fare i conti con quegli elementi. Se
dal momento in cui chiunque metta piede in Europa gli si pùo
garantire lo stato di rifugiato e uno stipendio mensile, verranno a
migliaia.
Siete
stati voi a inquinare il concetto di diritto d’asilo. Ci sono
limiti precisi alla definizione di chi è o non è rifugiato
politico. Ora, un criminale può scrivere che è stato il presidente
di un partito democratico. Può andare in Svizzera o in qualsiasi
altro paese e dire che è stato perseguitato nel suo.
E viene
accettato come rifugiato politico e riceve sostegno finanziario.
Quando la gente vede che un criminale vive felice e contento in
Svizzera, pensa di dover seguirne l’esempio.
Ogni
criminale, ogni ladro e ogni ‘cane sciolto’ è tentato di fare lo
stesso: falsificare qualche documento e far finta di essere
all’opposizione nel paese d’origine. Appena sentono parlare di
diritti umani e di libertà, questi imbroglioni saltano sul
carrozzone e si dicono difensiori dei diritti umani e della libertà
di asilo. Tale atteggiamento ha incoraggiato tutti, cani e porci, a
fare lo stesso.
Cos’è un
rifugiato politico? È qualcuno coinvolto in politica – ministro,
presidente, re, membro del parlamento, possessore di passaporto
diplomatico o membro di un partito politico legittimo – che fa
fronte a persecuzioni nel suo paese per ragioni puramente
politiche.
Se tale
persona chiede asilo in un altro paese, lo si può accettare. Alcuni
sono colpevoli di omicidio nei loro paesi. Una volta scoperti,
fuggono in Europa e sono trattati come rifugiati politici. Questa è
una farsa. Alcuni non hanno posizioni politiche nei loro paesi,
quindi scappano e diconodi essere all’opposizione e chiedono asilo
politico. Ma non sono politici; sono solo cani sciolti. Come si
possono ricevere in quanto rifugiati politici? Tale atteggiamento
ha spinto tanti a comportarsi così per potersi poi trasferire in
Europa.
L’Europa
deve riconsiderare e ridefinire i rifugiati politici. Può forse
essere rifugiato politico chiunque vi inganni? Guardate quelli a
cui è stato concesso asilo politico e poi sono diventati
terroristi. In Europa la scelta è semplice. Potete essere fedeli ai
vostri slogan, che vuol dire che non potete ridiscutere la
migrazione: dovete accettare tutti gli immigranti che vi vengono
alla porta anche se fossero cento milioni.
Oppure
dovete riconsiderare i vostri slogan e le vostre politiche per
tappare tutte le scappatoie che incoraggiano l’immigrazione.
L’approccio di sicurezza all’immigrazione è destinato a fallire. I
confini della Libia si estendono per seimila chilometri. Non
possiamo prevenire il contrabbando di cibarie sovvenzionate a basso
prezzo a Ciad, Niger, Sudan o altri paesi confinanti. Qualsiasi
cosa facciamo, anche se coinvolgiamo la NATO, non saremo mai capaci
di controllare quei confini.
Potreste
anche accettare la realtà. Potreste anche riconoscere che le
migrazioni sono un fenomeno naturale con cause storiche,
psicologiche ed economiche. Potreste accettare il fenomeno come si
accetano le Tsunami e altri fenomeni naturali.
Così non
ci sarebbe bisogno di sforzarsi in incontri come questo. Potreste
farlo oppure affrontare le cause che incoraggiano la migrazione. Le
cause di oggi sono ben note. Bisogna porvi fine: al problema del
visto, a Barcellona, all’Euro-Mediterraneo, ai diritti umani, alla
maniera di concedere asilo politico, ai diritti degli immigranti e
degli altri rifugiati. Tutto questo va rivisto in maniera tale da
non incoraggiare l’immigrazione. Tutto quanto fate ora o è già in
atto la incoraggia. E poi chiedete perché c’è? Se un animale
affamato vede il cibo vicino, sicuramente cerca di prenderlo. Come
potrebbe altrimenti? È naturale che si avventi sul cibo quando
questo è disponibile.
La gente
va in Europa perché ogni cosa che attuate li incoraggia a farlo.
Barcellona, l’Euro-Mediterraneo, il saccheggio, il visto unico, i
diritti umani, i diritti dei rifugiati, i diritti di non so che,
l’organizzazione della società civile e tutti gli altri elementi di
questa confusione, tutto ciò spinge alla migrazione.
Tutti
questo fattori osteggiano questo nostro incontro. Anche la lingua
ha il suo ruolo in ciò. Se la Nigeria è un paese di lingua inglese,
come potrebbe un nigeriano non andare in Inghilterra? Se è stato
fatto parte di una lingua e di una cultura, come e perché gli si
impedisce di andare nel paese d’origine?
Anche il Ghana
è di lingua inglese. Perché non si consente a un suo cittadino –
colonizzato, oppresso, ridotto schiavo, a cui si è imposta una
lingua – di andare in Inghilterra? Nessuno ha mai pensato che un
giorno egli potesse usare tale condizione e creare problemi
rivendicando il diritto di entrare nel vostro paese perché parla la
stessa lingua.
Lo stesso
vale per i francofoni. Farebbero fatica a capire perché un incontro
come questo, contro l’immigrazione, abbia addirittura luogo.
Direbbero che sono francofoni e che quindi hanno il diritto di
andare in Francia. “Parliamo la stessa lingua e facciamo parte
della stessa cultura e quindi siamo lo stesso popolo. A cosa serve
l’incontro? Annullatelo perché noi andiamo dritti in
Francia”.
Conoscete
bene questi fatti, ma preferite negarli. Sarebbe una catastrofe se
non li conosceste. C’è un’altra dimensione pericolosa riguardo alle
migrazioni. Guardate la carta del mondo e vedrete i paesi da cui
gli immigranti partono e quelli a cui arrivano. Una grande
esplosione demografica è cominciata in Asia.
Avrà
conseguenze nel mondo intero. Onde di immigranti andranno ovunque
ci sia un vuoto demografico. Ora affrontate l’immigrazione
dall’Africa all’Europa. Presto tutti noi in Africa e in Europa
dovremo far fronte alla nuova sfida di vaste onde migratorie
dall’Asia. Verranno come sciami di locuste in seguito
all’esplosione demografica in Cina, nell’Oceano Indiano e
nell’Estremo Oriente. Uno sguardo alla carta del mondo rende molto
chiara tale minaccia. Come vi proponete di far fronte alla
sfida?
Siete qui
riuniti per discutere le migrazioni dall’Africa all’Europa. Ora,
sta per verificarsi un diluvio di proporzioni astronomiche.
Verranno, ome Gog e Magog nella Bibbia. Sto suonando il campanello
d’allarme per il mondo intero. L’esplosione demografica in Asia è
un altro grave problema e inghiottirà l’Africa e l’Europa. Per
favore prendete nota e siate miei testimoni.
Un altro
sguardo alla carta rivelerebbe altre cause per l’aumento delle
migrazioni. Gli attuali interventi militari in Iraq, nel Golfo, nel
Medio Oriente, nelle regioni curde in Turchia e in Iran e le
condizioni del Corno d’Africa, tutto ciò aumenta l’immigrazione; e
così anche le numerose guerre civili nelle Filippine del Sud, nel
sud della Thailandia, in Cecenia, nella Regione dei Grandi Laghi
dell’Africa Centrale, nella Costa d’Avorio, nel Corno d’Africa, in
Ciad e nel Sudan. Tutte queste guerre civili aumentano
l’immigrazione. Chi c’è dietro? Le stesse mani che crearono il
colonialismo e causarono disastri nel mondo: il settore privato, i
fabbricanti e i commercianti d’armi che ne traggono
profitto.
I servizi
segreti europei scelgono qualcuno, lo addestrano, gli assegnano
fondi adeguati e la responsabilità di far scoppiare una guerra tra
tribù, una disputa di confine, un conflitto entico o religioso in
qualche parte del mondo. Quando questa guerra inizia va tutto a
vantaggio dei mercanti e dei fabbricanti d’armi.
Diventa
anche un pretesto opportuno per l’intervento internazionale. Chi
finanzia i Caschi Blu ne trae profitto, anche le Nazioni Unite. È
un tale giro d’affari! Quando una guerra scoppia l’ONU manda
settantamila agenti di page, che hanno bisogno di fondi. Il denaro
si dà all’ONU. Se il costo stimato dell’operazione è di dieci
milioni di dollari, l’ONU ne spende sei e se ne tiene quattro per
sé. Anche l’ONU è diventata un mercante di guerra o un agente che
lavora su commissione.
Concludendo, non
voglio che ci siano confuzioni o malintesi su quanto ho detto. Non
voglio scoraggiarvi né obiettare alle misure per combattere le
migrazioni. Al contrario, sono del tutto con voi. Spero di vedere
la fine delle migrazioni. La Libia è tra i paesi seriamente toccati
dalle migrazioni.
Hanno
esaurito le nostre risorse. La popolazione in Libia è il doppio o
il triplo rispetto ai locali; e consumano la loro parte dei
prodotti a basso costo sovvenzionati dallo Stato libico. Speriamo
veramente che troviate una soluzione al problema.
Sono
stato del tutto onesto con voi. Ho svelato la verità e l’ho
lasciata nuta di fronte a voi perché troviate una soluzione; ciò è
prova della mia sincerità. Se un paziente ha bisogno di un
intervento chirurgico non gli si somministrano gli antidolorifici.
Sarebbe un ingatnno, un atto che solo una persona ignorante
potrebbe compiere. L’onesta detta che un medico di professione si
esprima onestamente col paziente e gli dica la verità sul suo caso;
e lo informi se ha bisogno di un intervento chirurgico importante e
non solo di antidolorifici.
Ciò che
ho tentato di fare è stato di mettervi la verità di fronte. La
terra appartiene a tutti gli esseri umani. Gli abitanti di tutti i
continenti sono in origine migranti. Ciò va tenuto in conto,
assieme ai fatti riguardanti le epoche di schiavitù e colonialismo
e il saccheggio delle risorse naturali. Non possiamo trascurare che
il Primo e il Secondo Mondo hanno tolto la vita a milioni di
persone e quindi ora incoraggiano la migrazione verso l’Europa e
verso altre parti del mondo. Dobbiamo ricordare le ragioni e le
cause di quelle guerre.
Erano le
potenze coloniali a imporre il loro linguaggio ai popoli
colonizzati. Erano loro a dare l’impressione che gli africani e gli
europei fossero dello stesso continente e che fossero lo stesso
popolo. Come mai si potrebbe parlare di due continenti distinti
quando allo stesso tempo si parla di Congo Belga, Libia Italiana,
Sudan Francese, Sudan Britannico e Algeria Francese? Ciò dà alla
gente l’impressione di avere il diritto di recarsi nella loro
“Madre Patria”.
Inoltre,
devo dire che gli argomenti summenzionati, come il visto singolo,
Barcellona, la cooperazione Euro-Mediterranea e gli appelli ai
diritti umani e ai diritti dei rifugiati hanno, tutti assieme,
facilitato le migrazioni. Lo dico schietto di fronte a voi per
potervi aiutare nel vostro compito. Se volete risolvere il problema
potete farlo solo facendo fronte a questi fatti.
Vi auguro
ogni riuscita. La pace e la benedizione di Dio siano con
voi.